Brevi racconti di agosto
Una sera, una terrazza e un gruppo di sconosciuti.
Era una sera d’estate,
vento fermo e cicale cantarine. Mi sorprendeva come la luna piena non leggesse
il labiale, erano discorsi noiosi per lei come per me. Comunicavo il mio
disappunto all’unica persona interessante, appena conosciuta. I miei occhi
dissacranti incrociavano e fuggivano i suoi al contempo. Poi mi alzai con il
calice in mano e mi allontanai. Guardavo davanti il nulla o forse l’infinto da
quella terrazza angusta, che profumava di citronella. Anche quella compagnia
gradevole mi aveva infastidito. D’un tratto la trovai dietro di me, sospirando.
Era la mia coscienza che mi diceva che isolarsi serve a cercarsi, che quelle
persone erano implacabilmente dei fantocci vestiti a festa. Avrei dovuto
chiedere scusa per esser così asociale? Non lo feci, recitai come bisogna fare.
Spalancai la bocca, ridendo e assecondando la padrona di casa. Era smilza come
una zucchina aggrinzita e gonfia di silicone nelle labbra. La figlia, accanita
crudista, parlava di filosofie orientali e di viaggi che le avevano cambiato la
vita. Sicuramente c’era stato un cambiamento: aveva capito che, dall’altra
parte del mondo, si vive con poco, se non con niente. Una volta tornata, ritenne
fondamentale sbarazzarsi del chiletto di troppo, del guardaroba ormai passato
di moda e del fidanzato di turno che a Formentera aveva trovato la ventenne in
cerca di avventura o la straniera affascinata dall’uomo italiano. Mentre lui
strisciava la carta di credito e lei correva sotto il sole cuocente, io pensavo
a come poter realizzare i miei sogni e concretizzare le mie passioni in
profitto. C’è chi mi disse che la mia mente lavora troppo, che se smetti di
pensare, cominci a star meglio. Io credo che se pensi, trovi le risposte che
gli altri cercano e, trovandole, sai come sbarazzarti di loro.
Tornando a quella sera,
la mia unica certezza fu: avrò quella terrazza che si affaccia su Roma, la
cucina disordinata con i piatti del giorno prima e un libro mai finito sul
ciglio della scrivania.
Roma era deserta, tutti
si affrettavano a scappare per poter raccontare a loro ritorno, di aver fatto
il viaggio del secolo. E quando prendevo atto di questo, incontrai l’avvocato
che vive nel mio palazzo: nuovo taglio di capelli, pantalone slim-fit e l’amante che lo attendeva in macchina. Mi dispiacque per la moglie,
ma un secondo dopo pensai: “ dormirci accanto necessita il pelo sullo stomaco!”.
Roma, quindi, non era
desolante e deludente. Era diventata la città dei turisti e di chi, finalmente,
dava sfogo alle sue perversioni. Ero così divertita che cercai di fotografare
il più possibile, perché i ricordi non cambiano e la mia memoria mi aiuta a
vivere intensamente.
Presi un foglio,
scrissi una poesia. Temperai un carboncino e cominciai a ritrarre i miei amici.
Aprii un ricettario e organizzai una cena. Preparai una valigia, pensando che
sarei stata pronta a partire, laddove qualcuno mi rapisse.
Il caldo bruciò le mie piante, lo smog colorò i
palazzi e tu eri ancora indeciso sul da farsi. Persi tempo nelle lamentele di
chi ha smesso di lottare, ma mai persi la parola, un’arma che mi aiutava a
sopravvivere.
Nel frattempo, spalmo
la crema abbronzante e aggiungo qualche riga a questo breve racconto. Una giornata
al mare è la quiete che cerco, fra le onde che si infrangono nei pensieri
futuri.
L’estate prosegue ed è stata più intensa di quello che pensavo. Ho
lasciato al riparo le mie sicurezze ed ho scoperto di nuovo che volto ha la
felicità: si è felici quando l’infelicità incontra la solitudine, assaporando
la follia di un brigante.
Di seguito un'idea di menù che propongo per un'eventuale cena estiva.
Sta nascendo un progetto fruttuoso fra me ed il mio fidanzato in merito alla ristorazione. La passione per la cucina e il grande amore che ci lega, lo renderà vincente.
Chi già fosse interessato ad avere un aiuto fra i fornelli, può intanto contattarmi per mezzo di questo blog.
Primo: ravioli maremmani con fiori di zucca e zafferano
Secondo: tacchino “spennato” allo yogurt magro e aceto profumato al miele
Contorno: teglia di verdure ( zucchine e peperoni cornetto) “sfilacciate” al sughetto
Frutta: uva “scrocchiarella”
Dolce: “linguacce” alla panna e cacao nero
Si ringrazia la gentile clientela per
“aver spazzolato” tutto !!!
Chef: Food Blogger - Beba Iacobelli
Food blog: www.lericettedinonnafinalba.com
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